La lavorazione raffinata ed elegante delle ceramiche di Albisola

Arte
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Albisola Superiore e Albissola Marina sono due comuni limitrofi della provincia di Savona. Insieme formano il territorio di Albisole, famoso per l’antica tradizione della lavorazione delle ceramiche. La ceramica di Albisola è infatti conosciuta a livello internazionale, per la sua storia antica, per la lavorazione raffinata e elegante e per l’alto numero di artisti che nel tempo sono rimasti così affascinati dalle produzioni di Albisola da soggiornare in questo territorio per scoprire tutti i segreti delle sue ceramiche. Non a caso, i due comuni sono tra i fondatori dell’AiCC (Associazione Italiana Città della Ceramica), che ha come obiettivo quello di tutelare e valorizzare la ceramica artistica e artigianale italiana.
Il mare, il sole, i caseggiati ben rifiniti, protetti da solide alture, sono ovviamente il primo biglietto da visita di queste località. Ma non appena ci si mette piede, gironzolando senza meta, ci si rende conto di trovarsi in un luogo diverso. La ceramica, qui, permea ogni aspetto della quotidianità e si insinua in ogni spazio. La maiolica compone le insegne dei negozi, occhieggia dalle fontane, riluce nei piatti e nei decori al ristorante. Sono di maiolica persino le targhette informative del percorso turistico. In un contesto del genere, le installazioni e i monumenti di artisti che hanno svolto un ruolo cardine nel secolo appena passato, spuntano in ogni dove. Anche senza entrare in uno dei tanti laboratori sparpagliati sulle due cittadine, la ceramica ti viene incontro e finisce con l’ammaliarti. Ne è un esempio la passeggiata Eugenio Montale di Albisola Superiore.
Ed anche se si continua la camminata per varcare “il confine” e giungere nella vicina Albissola Marina, l’incredulità non ci abbandona. Presto ci si trova a calpestare il Lungomare degli Artisti. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, infatti, l’amministrazione comunale dovette procedere al rifacimento del marciapiede lungo la strada costiera, e pensò di far disegnare dei mosaici pavimentali ad artisti che in quel periodo frequentavano assiduamente la città. L'intento era quello di realizzare il nuovo lungomare, concepito come un'opera d'arte pibblica calpestabile. E così avvenne. Ecco perché, oggi, sotto i piedi, si trovano composizioni di Capogrossi, Fontana, Luzzati e Sassu.