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DOMENICO CONTE (Leporano Marina, Taranto)

Autori Italiani
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DOMENICO CONTE nato a Taranto il 29/03/1951 e residente in Leporano Marina.
Originario di Taranto dove ha vissuto e lavorato avendo una formazione tecnica, come dipendente civile utile e controcorrente nel Ministero Difesa, le sue attitudini artistiche lo hanno sempre guidato verso percorsi di verità e libertà.
Musica, pittura, scultura sono state le sue compagne di vita, materie di cui ha approfondito lo studio con la frequenza di laboratori.
Un atto di coraggio e un'innata sensibilità lo hanno spinto a mettere sulla carta le emozioni e le esperienze personali in forma di versi conseguendo numerosi riconoscimenti sin dal 2011, quando una sua poesia si è classificata al primo posto
nel concorso/mostra “Orizzonti” a cura della Ass. Cult. Art. “Centro Jonico” e nel 2013 un'altra poesia ha conseguito il secondo posto nel concorso indetto dalla stessa Associazione.
Negli anni successivi a tutt'oggi, è stato vincitore di numerosi concorsi di Poesia, pittura e fotografia meritando di salire sul podio dal 2018 al 2021 ben 6 volte e le sue opere sono state pubblicate in antologie collettive.
Con la stessa umiltà e semplicità degli inizi continua a scrivere e dipingere conoscendo i suoi limiti, cerca di vivere ed esprimersi senza troppo osare con il desiderio di lasciare qualche impronta del suo passaggio. Ama definirsi “Il poeta del suo isolato”.

 

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IL MIO SILENZIO

Il silenzio mi include
il nero mi esilia
lavo la ferita
il ruscello porterà
il sangue scorso
Aspetto la pioggia
che scivolerà il male.
Il bimbo calcia la palla
sassi levigati
battuti dall'onda
assorbono le parole
e rubano la palla
che prende il largo
il rimpianto
mi fa compagnia
mai ci rivedremo
per scelta.
Mi piace ricordare
i tempi profumati di te
asciugata dal sole.

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LA FINESTRA

C'è una finestra sempre aperta, sulla mia via.
Lascia passare tutto.
Pioggia che bagna le ali
vento che sbrana i petali
freddo che rimbalza sul muro
rumori di ricordi
curiosità e sberleffi.
Ma passa anche il sole che spia
esplora il mio corpo
lucida il mio viso
come un chicco di caffè.
Sono ape regina
mentre la luce diluisce il dolore.
Lo sguardo d'un cliente
bussa alla porta
Sono Aminah
libera
e vendo il corpo
Ciò che rimane.
E se dalla finestra entrasse l'amore?
Io non la chiudo
Non la chiuderò mai.

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NEL BOSCO

Un tappeto di foglie marcescenti
denudate dal rosso bruno
Profumo di humus.
Un canto d'uccelli
confuso dal fragore
d'acqua sorgente
che nasce da ciclopici sassi
vestiti di muschio
si distende sul letto di foglie
e si adagia tra i sassi e le felci.
Piccoli,
circondati d'autunno
abbigliati di profumi
giacciono i nostri corpi
appagati
liberi
evanescenti.
Mi perdo tra i fili d'erba
i tuoi occhi mi bucano
e poi insieme verso l'alto.
In cima tra alberi paterni
ed edera tenace,
brilla prigioniero
il sole.