ROMUALDO GUIDA (Pioppi, Salerno)

Autori Italiani
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Romualdo Guida nasce a Vallo della Lucania (SA) nel dicembre del 1957. Vive a Pioppi (SA).
Si è diplomato ragioniere ed ha frequentato l’Università degli studi di Salerno, facoltà di giurisprudenza, ma si è fermato a metà degli esami.
Sempre amante della letteratura, ha iniziato a comporre poesie sin da ragazzo.
La sua umile personalità non gli ha permesso di rendere pubblica questa sua passione.
Solo nel 2014 prende coraggio e inizia a condividere questi suoi scritti su dei siti letterari, dove riscontra un interessante coinvolgimento dei lettori. Decide così di partecipare a vari concorsi di poesia ed ottiene lusinghieri risultati, occupando, in essi, tutte le posizioni del podio e ricevendo tanti altri riconoscimenti.
Nel 2016 pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo "Un mare di Emozioni".
La sua verve poetica continua.

 

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IN ATTESA CHE, TU MI TROVI

E ti cerco …
sulle onde del mare
e il luccichio del sole,
in un ramo fiorito
e nei prati di primavera
nel respiro del vento e,
in un cinguettio di volatili,
tra lo scroscio di un ruscello
e il lievitar delle stelle.
Raggiungimi …
nell’oasi della prova
e nei rumori dei peccati,
sulle orme della vita
e nelle stanze del dolore.
Io sarò lì …
ad aspettarti,
nel silenzio dell’amore
con il tempo del destino e,
la speme della pace,
ad accoglierti a braccia aperte
o mio Signore!

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LA MIA TERRA INCOLTA

Plumbeo è il cielo
senza squarci di sole
gelido il vento che
arriccia il mare e
svolazza foglie ingiallite
ancor resistenti.
Cupo è lo spirito
senza percepire primavera,
presagio di speranza.
Volatili promesse
assoggettano l’incerto domani
senza responsi.
Nuove nuvole addensano
il pur flebile respiro
di una Terra ormai incolta
succube del misfatto.
Povera Italia mia.

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SENZA PIÙ NARRATORI

Mi ritrovo ancora
nell’agorà del tempo
a fluttuare lo spazio
con le speme
della verde età.
Annaspo,
nel presente diluirsi
di ancestrali riti,
nobili vestigia
in dissolvenza .
Non muore Dio
nel cielo dell’apatia né,
il sole si perde nel mare
le ginestre saranno in fiore e,
Sirio brillerà ancora.
Angusta sarà la dissertazione
nei tempi futuri
allorché mancheranno
i vetusti suoni
dei narratori del passato.