CATERINA MORABITO
Prima classificata ex aequo nella sezione Edita
PANE E ANIMA
L'azzurro invade incurante il cielo,
assapora l'orizzonte scandagliando gomitoli di nuvole;
silenzia il grano arruffato dal vento,
oro prezioso tra le finestre del sole,
ove ricami tremuli frastornati e perpetui
dilettano docili papaveri rossi.
La solitudine è nei campi carica di polvere e sospiri.
Dio benedica il contadino quando sminuzza e frantuma il terreno,
a suo modo scrive, dipinge e sparge i semi.
Tutto avrà un sonno lungo e breve.
Cadon le foglie, giace la neve, dolce il tepore accarezza teneri germogli
e falce in mano stanno i covoni a rimirar le stelle.
Arpeggia Giugno ogni fiato, ogni passo , ogni cuore
e in un sacco di juta riposa il chiarore .
Dio benedica il profumo fragrante che si sperde all'alba nella via,
odora di forno a legna ,
un taglio a croce ansito d'amore , una carezza e cosi sia.
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Un componimento visivo che ci riporta alle nostre radici e al mondo agreste: l’aggettivazione è spesso aulica e personifica il sostantivo (il grano arruffato; docili papaveri rossi; il tepore accarezza teneri germogli) facendo rivivere i paesaggi descritti. I versi lunghi sono scorrevoli perché ogni azione è sorretta dal verbo confacente creando dei quadretti, come un idillio, in cui il lettore può ritrovare serenità e quiete.
Francesco Martillotto