Gianni Romaniello, di origine lucana, nato ad Anzi (PZ) nel 1961, vive a Gravina in Puglia. Laureato in Scienze dell’Informazione, è manager nei settori dell’innovazione tecnologica e dell’ottimizzazione dei processi aziendali. La sua forma mentis alimenta e condiziona il suo stile di scrivere versi con un legame simbiotico fra l’approccio scientifico e quello poetico. Due approcci comunemente considerati agli opposti come antagonisti ma che nelle sue poesie convivono in equilibrio perché accomunati dall’atteggiamento di ricerca e di immaginazione.
Nel 2016, riaffiorata in lui la giovanile passione per la poesia, è apparsa per “Il Grillo Editore” la sua prima silloge poetica, intitolata “Vortici Intro Versi”. A settembre 2018 ha pubblicato la seconda raccolta poetica intitolata "In Finito Infinito" (edito da “Il Grillo Editore”). A giugno 2021 ha pubblicato la terza silloge “Intanto m’incanto” (“Controluna” – edizioni poesie). “Nell’ora s’àncora il non ancora” è la sua quarta silloge pubblicata a settembre 2022 (Oceano Edizioni)
Ha partecipato a concorsi letterari nazionali ed internazionali ottenendo (oltre duecento) riconoscimenti di rilievo tra cui Primi Premi, Premi della Critica e Menzioni Speciali. Le sue poesie sono state pubblicate in diverse antologie.
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UN NUOVO SOSPIRO TRABOCCA
Un nuovo palpito s’ àncora nel cuore
dopo che io, anzi l’aurora senza sole,
osservo Venere che pare fermar l’ora
su orizzonte velato da riflesso di luna.
Un falco si sveglia, decolla e plana
con silenzio nella felicità degli spazi
e si spiuma sfiorando lento un fiume
che fluisce accogliendo l’alba chiara.
Un nuovo sospiro trabocca nell’aria
pregna di primavera potenziandomi
il desio d’inseguir il tempo che s’avvera
mentre il cielo diventa sempre più terso
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DENTRO UN CRESPUCOLO ROSA VIOLACEO
Dalla montagna profumata di ginestre
vedo mossi prati snodarsi come torrenti
che di gorgo in gorgo sempre più lenti
si riposano nell'azzurreggiare del mare.
Dentro un crepuscolo rosa violaceo
i battiti vivacizzanti dei nostri cuori
oltre varcano l'orizzonte come suoni
armonici che acquietano e ritemprano
il nostro sommesso amore sommerso di pace.
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AI PIEDI CALDI DI UN VULCANO SPENTO
Ai piedi caldi di un vulcano spento
barche ormeggiate sulla riva nera
che ascoltano il brusio delle onde
nel ritmato frangersi sulla ghiaia:
il roseo chiarore mediterraneo dipinge
e riflette l’armonico sussurrare del mare.
Osservo i miei sbiaditi ricordi varcare
la linea curva dell'orizzonte indorato
mentre le speranze sembrano danzare
con le nuvole mosse da vento smorzato:
m’appare l'azzurra immensità del cielo
e in cuor mio s’imprime clamor di vita.