Nato a Resuttano (CL) il 14-06-1945, risiede a Trappeto (PA). Ragioniere, già Funzionario dell’Agenzia dell’Entrate, scrive poesie, in lingua e in vernacolo, dal 2014; ha partecipato a numerosi reading e a diversi concorsi nazionali ed internazionali, vincendone DIECI (7 in vernacolo e 3 in lingua italiana) e ottenendo altri 25 podi, oltre a numerosi altri riconoscimenti.
Giovanni Macrì nasce a Messina nel 1957, dove nel 1981 si laurea a 23 anni col massimo dei voti. Medico Chirurgo prima e poi Odontoiatra, dal 1982 opera in Barcellona P.G.(ME).
Nel 2015 trova dentro di sé la forza di mettere nero su bianco della drammatica realtà che, dal 14 agosto 2011, si trova a vivere. Realtà che non gli apparteneva assolutamente e che lo obbliga a trascorrere i sei mesi successivi al fianco della figlia, lontano dalla sua quotidianità e tuttora sempre presente a compensare tutto ciò che un destino infame le ha ingiustamente tolto, dopo che l’errore di una persona l’ha resa paraplegica. Dopo aver elaborato in qualche modo questo “lutto”, vedendo che la ragazza vive “felicemente” la propria nuova dimensione, inizia a scrivere di questo periodo e della rinascita della figlia.
La scrittura diventa la sua forma di catarsi, affrontando inizialmente l’argomento vissuto in prima persona e poi dedicandosi alla realizzazione di altri scritti a tematica sociale, romanzi, favole, fiabe, e polizieschi. Dilettandosi anche nella scrittura di poesie e racconti in lingua e in vernacolo siciliano, ed infine anche alla fotografia.
Collabora con il quotidiano nazionale d'informazione online, "La Voce agli italiani", di cui è giornalista redattore.
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Ha all’attivo quattordici pubblicazioni con varie case editrici: Dopo il buio della notte, c’è sempre una nuova… alba – Giovanelli, 2016 Il coraggio e l’ardire – Armenio, 2017 Dov’è Mihaly? – Leonida, 2017 Il fiore della vita – Giovanelli, 2018 Il ritorno di Sylar – Giovanelli, 2018 La crisalide: il coraggio di essere se stessi – Cavinato, 2018 Obsession – Montag, 2019 Delitto al parco – Montag, 2019 Il venditore di fazzolettini – Leonida, 2019 Aput: storia di un’amicizia – Edizioni Historica, 2019 Blood – Montag, 2020
La maschera dell'ego– Montag, 2021 Puzzle– Montag, 2021 180/78 - Progetti di Armonia Edizioni, 2022
SINOSSI
“Dopo il buio della notte c'è sempre una nuova ... ALBA” è il racconto, scritto con l’inchiostro del cuore, di un padre la cui figlia è stata resa paraplegica a seguito di un incidente stradale. L’errore di una persona ha stravolto la vita a tante altre. Sei mesi vissuti lontano da casa in un istituto di riabilitazione motoria, circondati fortunatamente da persone “speciali”, persone incisive e decisive, dove la ragazza, prendendo coscienza di una realtà che non le apparteneva, ma con cui dovrà conviverci a vita, ha accettato la sua disabilità e continua, poi a casa, la sua battaglia a che anche altri nelle sue condizioni possano realizzare, come grida lei al mondo intero, che…
nulla è impossibile, basta volerlo!
Roberta non si è arresa, anzi, ha fatto in modo che neanche le persone a lei vicine si potessero arrendere.
Lei che nulla può, ma tutto fa!
Lei ha consacrato la sua rinascita nella voglia di vivere la vita, sì in maniera diversa, ma con dignità e disprezzo del pietismo. Lei si è da subito saputa adattare alla nuova dimensione grazie al suo temperamento particolarmente determinato e grazie anche agli splenditi “maestri” del centro di riabilitazione in quel di Montecatone (Imola - BO), persone fermamente incisive e decisive, che le hanno insegnato a pieni voti come vivere in carrozzina cercando di farle superare tutte quelle barriere, soprattutto le mentali, che l’uomo ignorante mette in maniera spudorata sul cammino di queste persone con disabilità. Come diceva il grande scrittore Oscar Wilde: “Vivere è la cosa più rara al mondo, la maggior parte della gente esiste, e nulla più”, e lei VIVE la sua vita in maniera fantastica, facendo riflettere su questo profondo pensiero chi le sta intorno.
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Vincitore di più di duecentocinquanta premi letterari nazionali e internazionali oltre che come scrittore e poeta anche come fotografo. Giurato in diversi concorsi letterari. Direttore artistico del Premio “Poeta per caso”, sez. giovani 2020. Presidente di sezione -“Racconti brevi” del premio “IMPAVIDARTE - la biennale della cultura” 2018 – 2019.
Direttore artistico del Premio “Poeta per caso”, sez. giovani 2021/22. Direttore artistico del Premio “Carmelina de Marco”, sez. giovani 2021/22.
I premi vinti dalla lirica "14 austu 2011":
- 2019 - XIX concorso e premio “N.D. Maria Santoro” . Roma - 3° posto - poesia in vernacolo
- 2019 - II edizione del concorso nazionale di Poesia "Versi di Pace 2018" - Segnalazione di merito poesia dialettale
- 2019 – 3° Memorial Accardo – premio speciale “La Fenice”
- 2019 - XXI Premio letterario “Incontro di Poeti” - 1° POSTO poesia dialettale
- 2020 - Fiori di Maggio – finalista e selezionato nella rosa di quaranta poeti per essere inserito in antologia
- 2020 - Terzo premio letterario Persefhone – Fiori di poesia Omaggio alla Primavera - menzione di merito
- 2020 - Concorso Poesia “Cardinal Branda Castiglioni”- 2° posto
- 2020 - III^ Edizione del Concorso letterario internazionale "Poesia è vita" - menzione d'onore
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14 AUSTU 2011 (Lingua siciliana - Vernacolo messinese)
‘N Anciulu vinni ddà scura e fitusa notti d’austu pì combattiri senza timori ‘a battagghia, pì idda, mustrannuci ‘ntà facci dû terribili signuri ‘ll’olocaustu, cu arrucanza ‘a sò spada chi lucìava comu ‘ na stidda. Iddu, sinni ju vastunatu, purtannusi però pezzi ‘i carni ‘nzasanguliati e puru… dâ so’ midudda ‘na parti. ‘A carusa nun transitò cu barcuni ‘u “Ciumi”, nun n’avia i dinari! Chiddu fu ‘u tremennu prezzu c’appa a paari, pì… nun passari! 'N ‘ nfame si purtò cu iddu ‘a so’ possibilità ‘i camminari, annannusinni battutu sì, ma cu nu stranu risu ‘ntà so’ facci, senza cchiù turnari. ‘A figghia ristò ‘n terra supra ‘a nira strata, chi so’ iammi ‘nteramente senza motu, ferme, friddi, e ciancennu ‘i so drammi! ‘Ntisu cà vita è una sula , fàcinnusini ‘na ragiogi da ddù mumentu, e chi s’avia a viviri sempri cu fortizza e senza nuddu abbattimentu. Minutu pì minutu, mumentu pì mumentu, jornu dopu jornu, sempri cu gioia, ‘ntà facci ‘i chiddu chi pò succediri tutt’ntornu. L’upirrazioni, ‘u spitali, i notti passati in biancu ‘u scunfurtu, ‘a solitudini, ‘u duluri, ‘u scantu, ‘Na miscela ‘i niuri pinzeri, comu “dimòni” ‘nzivati s’inturciunavano ‘ntò sò ciriveddu, tutti ammiscati. Curaggiusa, dura, crastuna, insistenti, , comu javia sempri stata, è sempri ‘u sarrà, cominciau a battìrili a unu a unu cu tanti patimenti, vivennu ‘a so’ risurrizione, supra i so’ “roti”, cu abbilità. I nùovi e viecchi amici, ‘i cristiani ‘u cumprènniri, lu me ciatu ‘i patri, ‘i maistri dû “Centru” ‘u ‘ntènniri! Da subitu capìu ca putìa fari càsi tuttu chiddu ca prima facìa, sicuramenti ‘ntà ‘na manera diviersa, ma ca putìa! ‘I ddù mumentu, nenti e nuddu cchiù idda arrinisciu ad acchiappari! Guirari ‘a sò màchina, fari sport, supra ‘a so’ carrozzina abballari, Cu poti firmari a fuorza ‘i nu terribili marimotu? Chistu è cìertu… idda è chiù putenti ‘i nu terremotu! Tuttu chistu rittu ‘ntà facci a chiddu, ca cristiani malati ‘i testa, chî sò ncagghi, ‘nsàjanu a mìettiri ô ravanzi dû sò “iri” ca nun arresta! A iddi, e a tutti chiddi ca crìrunu chi stì “carusi” sunnu còsi ‘i jittari, idda, ca nenti poti, ma tuttu faci, potennulu banniari, sìenza vriùogna rittu 'ntà facci e senza cruci, bucìa cu furtizza e dicisioni, cu tutta ‘a so’ vuci, e ‘u dici, e ‘u dici ancùora, picchì poti dirlu: “Tuttu si puti, abbasta vulirlu!”
14 AGOSTO 2011 Un Angelo venne quella scura e lercia notte di agosto per combattere senza timore la battaglia per lei. Mostrando, in faccia al terribile signore dell’olocausto, con arroganza la sua spada fulgente come una stella, Questi andò via, sconfitto, non senza però portar seco lembi sanguinanti delle sue carni e anche un frammento del suo midollo. La ragazza non transitò con il barcone l’“Acheronte”, non aveva il denaro! Quello fu il caro prezzo che dovette pagare per non… passare. L’infame si portò con lui il suo poter camminare, andando via, sì sconfitto, ma con un ghigno sul suo volto, senza più tornare. La ragazza, restò a terra sul giudaico manto, con le gambe completamente paralitiche, immobili, fredde e piangendo i suoi drammi. Capito che la vita è una sola, facendosene una ragione da quel momento e che va vissuta intensamente nella sua pienezza e senza alcun abbattimento. Minuto per minuto, attimo per attimo, giorno dopo giorno, sempre e sempre con gioia, in faccia a tutto ciò che può succedere tutt’intorno! L’intervento, il centro di riabilitazione, le notti insonni, lo sconforto, la solitudine, la paura, il dolore. Un ginepraio di cupi pensieri, come squallidi dèmoni si aggrovigliavano nella sua mente, tutti mischiati. Coraggiosa, testarda, ostinata, caparbia, per come era sempre stata, e sempre lo sarà, ha iniziato a sconfiggerli uno a uno, con tante sofferenze vivendo la sua “rinascita” sulle sue “ruote” con abilità. I nuovi e vecchi amici, il comprendere delle persone, il mio calore di padre, la consapevolezza dei maestri del “Centro” Si rese conto da subito che poteva fare quasi tutto quello che faceva prima sicuramente in maniera diversa, ma che poteva! Da quel momento niente e nessuno riuscì più a fermarla! Guidare la sua macchina, fare sport, ballare in carrozzina. Chi può fermare l’impeto di un terribile maremoto? Questo è certo, lei è più potente di un terremoto! Tutto questo in faccia a ciò che menti deviate, con le loro barriere, cercano di mettere davanti al suo cammino, che non si ferma. A loro e a chiunque crede che questi ragazzi siano delle cose da gettare, lei che nulla può, ma tutto fa senza sofferenze, senza vergogna grida loro dritto in faccia, grida con fermezza e decisione, con tutta la sua voce, e lo dice, lo dice ancora perché può dirlo: “Niente è impossibile, basta volerlo!”
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BORGO CHE FU (dedicato a Montalbano Elicona - Messina)
Un caliginoso tramonto sul borgo antico appare come indelebile schizzo di quadro. Su rugosi terreni e sudate campagne arate una lieve brezza disperde il canto dei corvi accarezzando pini e cipressi raggruppati come sentinelle sullo sperone roccioso. Sgretolato dal tempo di epoche trascorse, ancor l’indomito e fiero maniero, recante tracce bizantine e poi normanne, si erge sulla collina circondato, come sudditi prostrati ai suoi piedi, da minuscole case di pietra, mattoni e tetti di coccio di un rosso sbiadito. Tra queste dimore vedi vicoli ovattati dove anche l’ora rallenta la sua corsa. Rintocchi austeri dei sonanti bronzi della settecentesca Chiesa Madre accompagnano il procedere stanco dei contadini che tornano dai campi. I putti della fontana sembrano giocare col sorriso innocente dei bimbi tra riverberi di luci e traboccante acqua. Donne di nero vestite per le viuzze, accomodate su vecchie sedie impagliate, tacite snocciolano grani di Rosario. Solo fiaccole ne accendono il silenzio. L’intero universo appare armonioso di una luce totalmente acquietante e una pace incerta, ma invitante circonda la mia inviolabile ombra. Il pensiero vola a momenti passati dove gonfaloni ai muri delle case, usbergo e spada di prodi cavalieri e zendàdi di seta pastello delle dame ci proiettano, tristi, nel tempo che fu.
Premi vinti da Borgo che fu 2020 - Concorso “innANZItutto- versi in vernacolo e poesia nel borgo” - menzione d'onore 2020 – 21° Memorial Poesia “Gaetano Salvemini” - Premio della presidenza 2020 - Concorso letterario 3° Magna Graecia – 4° classificato 2021 - Premio Letterario “Genius Loci” – Primo premio Genius Loci, I^ edizione”. 2021 - Premio Letterario Poiesis - 2° posto
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SALE AMARO
La luna ha già abbandonato la scogliera lasciando il mare pieno di oro trasparente. Freneticamente in attesa, solingo cammino sulla battigia, mentre l’onda dolcemente l’accarezza mentendo spudoratamente in silenzio. Il bieco cielo si era fatto a brandelli, il mare grigio ruggiva e ribolliva, nuvole nere si erano fuse con esso e il vento soffiava potente e minaccioso. L’urlo furioso della risacca ferì l’oscurità. Tu sei andato lo stesso con la barca nella tempesta per sfamare noi… i tuoi cari. Mentre mi struggo per una tonante sciagura pescatori di ritorno portano solo lacrime che doneranno alla famiglia di chi non c’è più. Gabbiani feriti garriscono in alto, accompagnando il mio dolore Sei rimasto lì, al fondo dell’abisso, esanime tra tanti orfani detriti, dove anche i rossi coralli si son vestiti a lutto. Niente e nessuno ti porterà a me. Addolorato, contorto mi inginocchio su quella riva dove l’alto faro dello “Stretto” avrebbe dovuto illuminare il tuo rientro. Con rabbia e odio prendo un pugno di mare, resterà di esso solo sale amaro! Ciò che eri,padre mio, in eterno vivrà in me!
Premi vinti da Sale amaro
2020 – 2° Premio Teseo –Milazzo – 2°posto 2020 - Premio Wilde (Vercelli) - finalista 2020 – Premio “Perdersi nell’Amore” – Menzione di merito 2020 – I colori dell’anima – Menzione speciale della giuria 2020 – Premio Città di Latina – Premio speciale della Giuria
Alfonso Gargano è nato e vive a Salerno. Sposato, ha una figlia di nome Alessandra. Commercialista, revisore, relatore, dal 1994 al 2016 consigliere prima del Collegio dei Ragionieri poi dell’unificato Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, ha ricoperto la carica di tesoriere e di vice Presidente. Ha pubblicato numerosi articoli su argomenti professionali ed è autore e coautore di testi relativi all’antiriciclaggio. È appassionato e cultore di musica, in modo particolare di quella leggera degli anni 60/70. A dicembre 2013 ha pubblicato il suo primo libro di poesie “La parola al cuore”, edito da "Printart edizioni," alla quarta ristampa e 1.300 copie; nel 2017 ha pubblicato "I pensieri del cuore", edito da Edizioni "Il Fiorino" di Modena; nel 2019 ha pubblicato “La mia Salerno in rima baciata”, "Printart edizioni"; ed ancora, ha pubblicato quaderni periodici di poesie e scritti "I quaderni di Alfonso Gargano", editi da "Printart Edizioni". Ha partecipato a premi e concorsi letterari nazionali ed internazionali ricevendo numerosi podi, premi e riconoscimenti. Ha ricevuto tre premi alla carriera uno nel 2019, nel 2020 consegnato da Gigi Marzullo e nel 2021. Sue poesie sono state pubblicate in numerose antologie. Si caratterizza sopratutto per la rima baciata e le composizioni estemporanee. Predilige come vezzo grafico la lettera mauiscola ad ogni capoverso. Alcune poesie sono state musicate.
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HO VISTO
Ho visto intorno a me la gente morire, Dilaniarsi, piangere, patire. Lampi di luce e il fragore delle bombe, Il riempirsi di fosse comuni e tombe. Ho visto la mia scuola diroccata e insicura, Studiavo di notte in una stanza scura. Ho visto tanta gente incamminarsi Verso un futuro nuovo senza stancarsi. Ho visto per la prima volta il mare, Era di notte con le barche ad ondeggiare. Ho visto mio padre pagare uomini rudi Per farci imbarcare a piedi nudi. Ho visto toccare il culo a mia sorella Mentre ci contavano salendo sulla barcarella. Ho visto bianchi e neri seduti vicini, Neanche lo spazio per fare i bisognini. Ho visto le lacrime lasciando la terra E la speranza di una meta senza guerra. Ho visto mio padre sorriderci di cuore Dicendoci che andavamo verso un mondo migliore. Ho visto il terrore negli occhi sbarrati Quando le onde ci hanno bagnati Il barcone ha iniziato ad ondeggiare Sempre più forte nel chiarore lunare. Ho visto cadere tutti negli abissi Schizzi, sbracciate, occhi fissi. Ho visto l’acqua sempre più profonda Mentre il mio corpo lentamente affonda. Sta per fermarsi per sempre il mio cuore Penso”è vero sto andando in un mondo migliore”.
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NON CHIAMATEMI POETA
Mi piace mettere pensieri in rima Il verso dopo baciato a quello prima. Non sono un poeta e non lo penso Esserlo sarebbe solo un controsenso. Partecipo ai concorsi per divertimento E se mi premiano son contento, Non faccio tragedie se non sono finalista È un piacere vedere tanti amici nella lista. Non chiamatemi poeta non lo sono Ai sommi del mio scrivere chiedo perdono, Non rispetto cadenze e quartine Non conto sulle dita sillabe e terzine. Faccio inorridire i cultori delle liriche Forse prendendo anche critiche. Ma io scrivo così come mi viene Di getto a ogni pensiero che mi sovviene, Emozioni, ricordi, fatti vissuti Li esterno ad amici e sconosciuti. E il guardare nei loro occhi le emozioni Mi rende felice più di targhe e menzioni- Alle regole poetiche sono schivo Ma sono contento di come scrivo.
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NUN CE PENZÀ
L’ato juorno nun me pareva overo, Forse è stata l’aria ‘e primmavera! Ntramente steve a ‘o barcone affacciato Muglierema è venuta e m’ha abbracciato Po m’ha pigliato stretta ‘a mano E m’ha purtato ncoppo ‘o divano. C’aggio ditto: ma nu tenimmo chiù l’età! M’ha ditto: Statte zitto, tieneme stretta e nun ce penzà.
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NON PENSARCI
L'altro giorno non mi sembrava vero Forse è stata l'aria di primavera Mentre stavo al balcone affacciato Mia moglie è venuta e mi ha abbracciato Poi mi ha preso stretto la mano E mi ha portato sul divano Le ho detto: ma non abbiamo più l'età Mi ha detto: stai zitto, tienimi stretta e non pensarci.
Gianni Romaniello, di origine lucana, nato ad Anzi (PZ) nel 1961, vive a Gravina in Puglia. Laureato in Scienze dell’Informazione, è manager nei settori dell’innovazione tecnologica e dell’ottimizzazione dei processi aziendali. La sua forma mentis alimenta e condiziona il suo stile di scrivere versi con un legame simbiotico fra l’approccio scientifico e quello poetico. Due approcci comunemente considerati agli opposti come antagonisti ma che nelle sue poesie convivono in equilibrio perché accomunati dall’atteggiamento di ricerca e di immaginazione. Nel 2016, riaffiorata in lui la giovanile passione per la poesia, è apparsa per “Il Grillo Editore” la sua prima silloge poetica, intitolata “Vortici Intro Versi”. A settembre 2018 ha pubblicato la seconda raccolta poetica intitolata "In Finito Infinito" (edito da “Il Grillo Editore”). A giugno 2021 ha pubblicato la terza silloge “Intanto m’incanto” (“Controluna” – edizioni poesie). “Nell’ora s’àncora il non ancora” è la sua quarta silloge pubblicata a settembre 2022 (Oceano Edizioni) Ha partecipato a concorsi letterari nazionali ed internazionali ottenendo (oltre duecento) riconoscimenti di rilievo tra cui Primi Premi, Premi della Critica e Menzioni Speciali. Le sue poesie sono state pubblicate in diverse antologie.
“La mia poesia, un girotondo fatto di mondo che ancora racconto …”
Caterina Morabito nasce a Taurianova (RC) nel 1969 ed è residente a Montepaone (CZ), splendido paesino in collina che si affaccia sul Golfo di Squillace. Comincia a scrivere versi fin dall'adolescenza, ma presa dagli eventi conserva quell'ispirazione. Dopo 17 anni riapre quel cassetto e lo ritrova colmo di amore, essenza e vita da scrivere. Dal 2015 prende parte a diversi Premi letterari nazionali ricevendo varie menzioni di merito, menzioni d'Onore, conferimenti speciali, encomi , primi, secondi, terzi posti, coinvolta in diverse antologie, calendari prestigiosi, colleziona bellissime soddisfazioni sottolineando che le cose più importanti di lei si trovano nelle sue poesie. «Scrivere - dice - è un impasto interiore, pieno di contraddizioni ma condito dalla fantasia, dall'amore, dalla nostalgia, dalla coscienza e dai sogni, mai uguali e sempre diversi».
Salvatore Gazzara (Messina 1952), ragioniere, pensionato, ex dipendente statale, scrive per diletto poesie in lingua e in vernacolo siciliano/messinese utilizzando il lessico del filologo Prof. Salvatore Camilleri. Vincitore di Concorsi Nazionali e Internazionali di Poesia quali: F.sco Baldoni (Senigallia), D.co Portera (Cefalù-PA), Città di Battipaglia (SA), Scrivere Sicilia (Bagheria-PA), Colapesce 2017 (ME), Maiori in Love (Maiori-SA), D.co Smorto (RC), L’Ambasciatore del Sorriso 2019 e 2021(NA), Emozioni in Versi (NA), V.zo Padula (S. Maria del Gamio (CS), Tino Barsotti (PortoVenere-SP), ottenendo notevoli riconoscimenti anche dalla stampa specializzata. Ha pubblicato nel 2017 la silloge in lingua “L’Equilibrio dell’Essere” facente parte de “I Quaderni del Cavaliere”; nel 2020 la silloge in lingua “Poesia…Luce Perenne”; nel 2021 la silloge in vernacolo siciliano “’N-Pinzeri Ci Sta Pi Tutti”. - Socio Ordinario dell’Accademia di Sicilia (PA); - Socio Ordinario Resp. Comunale dell’Accademia Federico II – (TP); - Socio componente il C.D. Accademia “Amici della Sapienza” – (ME); - Socio Associazione Culturale Euterpe – Jesi (AN); - Socio Ordinario “Atlantide” Centro Studi Rogliano - (CS); - Socio Ordinario “Club della Poesia” - (CS); - Socio Ordinario “Cenacolo Letterario Italiano” - Cefalù (PA).
Nel 2018 riceve 2 Premi alla Carriera per meriti artistici e nominato: Accademico da Ass. Culturale “Il Convivio” CT; Alfiere della Cultura da Accademia Internazionale Vesuviana (NA); Accademico Gran Prix G.nna Papaccio da Acc. Univ. “G. Carducci” (NA); Membro di Giuria in vari Concorsi Nazionali e Internazionali di lingua Siciliana; Poeta accreditato in Wikipoesia; Componente il Comitato Nazionale per i 150 anni dalla nascita della poetessa e scrittrice Grazia Deledda.
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AMORE IMMENSO
L’acqua del fiume scorre veloce si avvia verso il mare, come nella mente i ricordi dalla memoria evaporano. Il pianto di un corpo violato, lamenti trasportati dal vento, in segreto nascosti tra le foglie quasi a volerli conservare. Oggi sei qui bambino mio, solo tu per me sei la vita, dolce voce dell’animo che mi desta da ogni torpore. Tu mi apporti gioia e dolore, un susseguire di sorrisi e lacrime, mentre io chiusa nel silenzio posso darti un amore immenso. E quel pianto del triste momento che fu dal vento trasportato e nel tempo dalle foglie celato, oggi è del tutto svanito.
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I PICCIRIDDI
Anciuli senz’ali li picciriddi nun hannu prigiudiziu di peddi, cu ducizza si fannu ’pprizzari furzannu li catinazzi di lu cori. Stannu dda ’ssemi ’rricugghiuti, girbini, nironciuli o rizzuti, l’occhi russi hannu di chiantu, facci ’vviluti chini di scantu. ’St’anciuleddi vulissuru fari… sonni ’mpussibili rializzari, cu vuci trimanti ô munnu gridari: nui semu cca vulissimu campari. Si vulissiruru jisari, curriri, vulari, non hannu jammi pi caminari, ci manca la vuci pi cuntistari sulu disidderiu di migghiurari. ’Ntê so’ armi spiranza rigna, hannu la fidi chi li ’ccumpagna, pi lu munnu vannu missaggeri, li picciriddi d’amuri su’ purtaturi.
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I BAMBINI
Angeli privi di ali i bambini non hanno pregiudizio di pelle, con dolcezza si fanno apprezzare forzando i lucchetti del cuore. Stanno la assieme riuniti, biondi, scuri o riccioluti, gli occhi rossi hanno di pianto, volti avviliti pieni di spavento. Questi angioletti vorrebbero fare… sogni proibitivi realizzare, con voce tremante al mondo gridare: noi siamo qui vorremmo vivere. Si vorrebbero alzare, correre, volare, non hanno gambe per camminare, gli manca la voce per contestare, solo desiderio di migliorare. Nei loro animi speranza regna, hanno la fede che li accompagna, per il mondo vanno messaggeri, i bambini d’amore son portatori.
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IL PROGRESSO
Il progresso apporta cambiamenti nel vivere che subisce mutamenti, ognuno impreparato al nuovo fare le abitudini deve modificare. Il faticoso lavoro dei campi fatto di sacrifici e patimenti abbandonato per altro mestiere con una prospettiva migliore. In casa il lavoro organizzato nei componenti distribuito, il pane cotto nel forno a legna per parenti e tutta la famiglia. Nei paesi la legna del campo per cucinare e il riscaldamento, le case senza acqua corrente i panni lavati nel torrente. Di ogni cosa si faceva buon uso e lo scarto utilizzato nel riuso, con l’avvento dell’elettricità nuove tecnologie e modernità. Tutto viene meccanizzato, stravolta la vita del passato, nelle case entra l’informazione ecco la radio e la televisione.
La scrittrice, poetessa e sceneggiatrice, Iris Vignola, è nata a La Spezia dove vive tuttora. L'ultima edizione di “Nel fantastico mondo delle fiabe – Into the fantastic world of the fairy tales", che ha ottenuto svariati riconoscimenti, è realizzata con un lato in lingua italiana e l’altro in lingua inglese. La sua prima opera poetica “A mia madre” è inserita nell'antologia “Poesie per una mamma”. I suoi quattro libri di poesia sono: “Non sogno e non realtà” - “Unico Amore” (scritto a quattro mani con il poeta Horion Enky) - “Dinanzi a me, c'è solo il mondo” - "Mi voltai... e vidi quel fiore". Una sua silloge poetica fa parte dell'antologia "Alisei - Poeti del Nuovo Millennio a confronto". "Streghe, folletti e fate, filastrocche magiche e favole incantate" e “Filastrocche magiche e favole incantate sono altri due libri per bambini, entrambi in collaborazione con il succitato autore. In relazione alla sua Trilogia fantasy La Stirpe di Luce - Dynasty of Light, il primo volume “La Scelta di Asaliah, vincitore di un Quarto Premio a Sarzana (Sp) e di un Primo premio a Tivoli (Roma), è stato pubblicato nelle versioni italiana e inglese “Asaliah's choice”. Del secondo “Le Origini”, vincitore di un Secondo Premio a Roma, è stata pubblicata la versione inglese “The Origins”. Molteplici sue liriche e racconti si trovano in antologie di vari poeti, anche a scopo benefico.
Di Paolo Valerio è nato a Scafa (17 Ottobre 1953), un piccolo paese industriale in provincia di Pescara, da madre casalinga e padre operaio. Laureato in psicologia nel 1984 ha lavorato per 36 anni nel settore dei servizi rivolti a persone diversamente abili e ad ex degenti psichiatrici. Il suo incontro con la poesia è stato pressoché fortuito poiché nella consultazione di internet, per motivi di lavoro, si è imbattuto nel bando di un concorso letterario: ha inviato una composizione scritta tempo prima per la moglie, senza attendersi assolutamente nulla. L’essere incluso tra i finalisti gli ha fornito la “carica” per continuare quel percorso e da allora non ha più smesso, ottenendo tanti riconoscimenti di varia entità, tra cui 25 primi premi. Non scrive molto perché ritiene importante dedicare tempo alla lettura delle opere altrui nonché allo studio dei testi poetici. In quest'ultimo anno, grazie alla formazione acquisita come autodidatta, è stato giurato in tre concorsi letterari.
Nata a Taranto nel 1960, laureata, è docente dal 1983, insegna Materie letterarie. È accademica dell’Accademia Arte e Cultura (Accademia di Belle Arti, Lettere e Scienze di Michelangelo Angrisani (SA); rappresentante provinciale per Taranto dell’Accademia “Arte e cultura” (SA), accademica dell’associane ALBAP-Academia Luso Brasileira de Artes e Poesias. (Brasile); socio ordinario dell’Associazione culturale ASAS di Messina, dell’Associazione “Focus” di Taranto, dell’Accademia dei Bronzi di Catanzaro; dell’Associazione “Quia magazine” di Cerveteri.
Giuseppe Modica è nato a Modica (RG) il 13 maggio 1959. Dal 1993 ha partecipato a numerosi concorsi poetici nazionali ed internazionali, nel corso dei quali ha quasi sempre ricevuto importanti riconoscimenti ed attestazioni di merito. Nel 1998 ha realizzato l’opera monografica dal titolo “Il canto di Calliope”. Nell’anno 2015 veniva attestata la pubblicazione del volume “Mistral” (presenti sei autori), con la parte a lui dedicata (15 poesie) dal titolo “La cetra di Tamiri”. Nello stesso anno pubblicava l’opera monografica dal titolo “Le nenie di Erato”. Nell’anno 2016 veniva attestata la pubblicazione del volume “Tramoun” (presenti sei autori), con la parte a lui dedicata (15 poesie) dal titolo “Il rapsodo e la quiete”. Nel 2017 vincitore (1° posto) del premio Grimoaldo I°, che gli ha consentito di ottenere la pubblicazione della raccolta di poesie “Echi di storia”, ed una pubblicazione che ha rappresentato il premio speciale assegnatogli in virtù del risultato ottenuto nel concorso “Poesia, Segreto dell’Anima”, dal titolo “Oltre le spine…il silenzio”. Nell’anno 2019 ha realizzato due opere monografiche dal titolo “Canto l’amore…e te”, “Cerchi concentrici”; nel 2021 altre tre raccolte dal titolo “Voci dentro”, "La luna sopra i tetti" e "Imperfezioni" che fanno parte di una collana di cinque quaderni contenenti tutti i testi realizzati nel 2018-2019. Inoltre, è stato inserito in una raccolta Antologica destinata alla scuola (cinque autori contemporanei dell'anno 2021 – rispettivamente con 10 testi), dal titolo "Solchi D'Infinito".
Patrizia Cenci, Vicentina di nascita, sposata mamma di tre splendide ragazze e nonna di due adorabili nipotine che adora. Pensionata dopo 40 di lavoro come impiegata full-time con una gran passione per la poesia e la letteratura che le riempie il cuore. Sensibile ed emotiva, sempre attenta ad ascoltare i problemi che affliggono l’uomo e il suo vivere. Ama scrivere, si immerge nei versi e si sente felice. Le piace parlare d’amore e di dolore perché entrambi fanno parte della vita.
Ha al suo attivo la partecipazione al festival poetico Il Federiciano Edizione 2016 - Concorso Il Federiciano 2017; Parole in Fuga Sei poeti a confronto; Parole in Fuga Poeti del nuovo Millennio a confronto “Africo 2017”; Verrà il mattino e avrà un tuo verso Vol. XIV “Poesie d’amore” Aletti Editore; 2° Premio Internazionale Salvatore Quasimodo Aletti Editore
Carmelo Fiorino è nato a Palmi in provincia di Reggio Calabria. Diplomato Ragioniere e Perito Commerciale all’Istituto Tecnico Commerciale “Luigi Einaudi” di Palmi nel 1982, non prosegue gli studi Universitari ma inizia a rendersi indipendente lavorando e collaborando, come ragioniere, in locali aziende della sua città.
Nel 1998 viene assunto a tempo indeterminato al Consiglio regionale della Calabria nella sede di Palazzo Campanella in Reggio Calabria, fino alla data odierna è un fido collaboratore del Settore Provveditorato ed Economato.
Sono un’insegnante di Scuola Primaria di Palermo. Faccio parte dell'Associazione Ateneo di Danze dell'Ottocento; la passione per la Danza Storica mi ha permesso di conquistare il 1°posto ai Campionati Interregionali svoltisi a Palermo nel 05/2019. La vena poetica mi ha portato a comporre pensieri che hanno emozionato chi li leggeva, tanto da convincermi a pubblicarli; la mia prima silloge si intitola “L’Animo ti parla”.
Gabriella Paci nasce a Cortona, provincia di Arezzo.
Consegue la laurea in storia e filosofia presso l’Università di Firenze. Vincitrice del concorso a cattedre, si dedica all’insegnamento di materie letterarie fino al 2020. Ama insegnare, viaggiare, leggere: tutte azioni che ampliano la visione del mondo e la conoscenza degli altri e di se stessi.
Si dedica scrittura poetica ,come attività più o meno continuativa solo dal 2014, come esigenza irrinunciabile per dare voce alla sua costante ricerca di risposte su tanti eventi e riflessioni sulle inquietudini del vivere
Pubblica dunque la silloge “Lo sguardo oltre..”nel 2015 con Aletti editore in cui vuole evidenziare la volontà di cercare oltre le apparenze e l’ovvietà, il senso più vero delle cose.
Il plauso ricevuto, quale ad esempio,il 2° premio nel concorso di poesia e narrativa “Tagete “ nel 2016; la segnalazione di merito al concorso”Premio internazionale “Cinque- terre golfo dei poeti”nel 2017; la segnalazione di opera finalista al concorso “Dal golfo dei poeti Shelley e Byron alla val di Vara “4° edizione nel 2017 ;la segnalazione di merito al concorso internazionale”Cumani –Quasimodo”II edizione nel 2018; la segnalazione di opera finalista al concorso internazionale A.U.P.I nel 2019 e la Menzione di merito al premio internazionale “Ascoltando i silenzi del mare 2020 rafforza il desiderio di continuare ad esprimersi e condividere ancora certi momenti esistenziali.
La seconda pubblicazione “Onde mosse “ edita da Effigi nel 2017 rappresenta la continuazione di questa ricerca introspettiva, caratterizzata da un costante alternarsi di momenti di solitudine e scoraggiamento ad altri di ritrovata speranza. Anche “Onde mosse consegue risultati soddisfacenti e riporta riconoscimenti tra i quali : Menzione di merito al concorso “Cumani-Quasimodo III 2019 ; Finalista al concorso nazionale “Argentario 2019”; 3°premio al concorso “A vento e sole “2019; Diploma d’onore con menzione d’encomio Premio internazionale “Michelangelo 2019 ;1°premio al concorso “Tagete2019 ; 2° premio concorso internazionale Corito Clanis –molteplici visioni d’amore -Cortona città del mondo “
Infine è nel 2019 che viene editata da Luoghinteriori la terza silloge dal titolo:”Le paroledell’inquietudine“ in cui ,quasi a presagio della terribile pandemia di fine anno, il senso di smarrimento e di inquietudine sembrano accentuarsi per dar vita ad una visione intima e sofferta della vita personale collettiva. Anche in questo caso, il libro consegue vari riconoscimenti quali: il 3°premio al festival premio “Emilio Lussu” ;il 1°premio al concorso internazionale “Dal golfo dei poeti Shelley e Byron alla val di Vara 2019 ;la menzione d’onore al concorso internazionale “Kalos” 2019; il 2°premio al premio internazionale “Emozioni poetiche “2020”; il 5°premio al concorso “Solidea-città di Mesagne 2020; la Segnalazione particolare della giuria al 45°premio letterario Casentino ;Encomio d’onore al 2 concorso internazionale 2020“la nebbia agli irti colli” Ediz.Atlantide;il 1° premio al 3 concorso nazionale “Persephone,fiori di poesia 2020”;il 2°premio al concorso internazionale “Ut pictura poesis 2020e il 2°premio al concorso internazionale “Agenda dei poeti 2020”
Tutti i libri contengono altresì poesie che hanno ottenuto vari riconoscimenti e che sono presenti in varie antologie
Infine nel 2021 esce “Sfogliando il tempo”edita da Helicon : ultima raccolta questa in cui c’è il filo conduttore del ricordo legato agli anni della giovinezza ma anche il tempo presente ,con la terribile pandemia che ha colpito il mondo e gli eventi che, nel tempo, si ripetono pur variando il contesto e il luogo.
Al momento il libro ha conseguito i seguenti riconoscimenti:
1°premio al concorso internazionale A.U.P.I- Otma 2 Menzione di merito al premio intercontinentale “le nove muse 21 “Menzione d’onore al premio “Casentino” Menzione d’onore al premio internazionale di Sarzana Menzione di merito al premio Cumani-Quasimodo 2021.
La sua è una poesia dunque lirica ma anche civile.
L’autrice fa parte come membro fondatore dell’associazione “Wiki poesia “e “poetas de mundo”.
Ha pubblicato inoltre poesie su riviste quali “Buonasera Taranto”ed “Euterpe”; su”Luogos “ del Giglio blu di Firenze. scrive sul blog di “Alessandria news today”, è redattrice ne “La voce degli italiani”
E’ presente sul blog” Italian poetry “
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CI SFIORA LA FELICITÀ
Bussa con fragile becco la felicità sul davanzale dei desideri e subito un frullo d’ali la porta lontano. A nulla vale la lusinga della briciola che diventa segno del sogno.
Resta una sensazione più che un’evidenza l’aver tentato il gioco della seduzione per un’emozione antica o meglio per la ricerca ostinata di un’idea che addolcisce il vero e rende mite la sera anche se la luce abbandona il giorno, illudendoci con la bellezza del tramonto.
E’in questa discontinuità e la sensazione di aver provato qualcosa che sta una parte del sentire la felicità come un bene che ci ha sfiorato, anche se per poco, la fronte e rende prezioso il tempo della sua attesa.
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Calipso:-Infelice, non starmi più a piangere qui, non sciuparti la vita: ormai di cuore ti lascio partire.-
COSA RESTA DI UNA STORIA D’AMORE CHE HA PERDUTO L’AMORE?
Restano conficcate parole nella gola che dure ricavano spigoli d’ombra e chiudono al vento l’abbraccio con il cielo. L’imperativo del dolore taglia l’orizzonte, lascia l’illusione dello spazio e diventa linea di confine che si staglia oltre l’albero segato storto,nell’ultima beffa del taglio. Misura degli occhi è il cader frale delle foglie che fingono il volo mentre perdono il ramo e sanno della discesa senza ritorno.
Ma accade che la storia suggerisca la lusinga che cura nella culla del ricordo e torni al tempo del rifugio e della gemma scaldata dal coraggio del raggio nascente. Sillaberà allora ancora l’amore come astro di luce che ha attraversato il vivere e lo ha accompagnato nel sogno di Calipso.
Resterà forse allora il profumo del bosco degli incanti nel disinganno di foglie morte.
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MI RAPPRESENTA IL PETTIROSSO
Vola il pettirosso a valle per sfuggire alle unghiate dell’inverno: smarrito saltella su pungenti rovi in cerca di rametti per il nuovo nido. Nel petto la sua colata di colore a dire il rosso della passione mai perduta nella ricerca di amore e calore da ritrovare ancora.. .
Mi rappresenta il pettirosso per quel suo smarrito cercare qualcosa che segni sempre nuovo segno d’amore e calore anche se è inverno e tutto pare sfiorire nella luce dismessa di questa stagione senza sorrisi aperti.
La sua fragilità di piuma è auspicio di leggerezza in un tempo difficile da sostenere nella durezza di giorni dentro il grigio delle previsioni tra i rami spogli delle aspettative tradite
è pennellata di colore tra le zolle, segno indomito d’amore e passione varco di luce per illuminare l’attesa.
Sono nato a Cortona, in aperta campagna, precisamente a “Poggiobello” (Arezzo), nel 1943. La mia famiglia, di origine contadina, era composta da 32 membri. La miseria fece nascere contrasti e divisioni, ma nel mio cuore nacque la parola amore, sia per l’uomo, di più per la donna. Le mie grandi emozioni, ancora oggi, mi fanno scrivere le cose più belle, dettate dal mio cuore. Negli anni lontani della mia infanzia, nacque una forte simpatia per un'amica. La sua bellissima immagine mi accompagnò fino all’ultimo giorno delle scuole elementari. La vita cambiò il nostro destino, ma non fermò il desiderio del mio cuore. Cercai il suo amore, tra le righe di una poesia, senza l’attesa di una risposta. La poesia trovò ancora più spazio nei miei desideri. La sua bellissima immagine diventò la luce dei miei pensieri. Ancora oggi, la sua inesistenza, mi ispira a scrivere cose bellissime della vita. Ti penso ancora.
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TI PENSO ANCORA
Ogni rosa ha il suo colore ogni fiore ha il suo profumo, la vita è come il sole, non la spegnerà nessuno. Ti penso. Ti penso ancora sento il tuo profumo, il mio pensiero da te vola, bella come te, non c’è nessuno. Gli anni passano, non tornano più i sogni volano, non si fermano mai, erano belli gli anni di gioventù, Il vero amore, dentro di te trovai. L’amore tra le righe di una poesia tutto quello che mi resta di te, vivo nell’anima di una fantasia, ti penso sempre legata a me. Nessuna notte è lunga se il sogno d’amore mi fa compagnia, la tua immagine è l’unica, rallegra la vita mia. Ti penso. Ti penso ancora vivi nell’anima mia muta, di te mi manca la parola, per tutta la mia vita cocciuta.
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VOGLIA DI RICOMINCIARE
Non voglio che il buio copra il giorno apro la porta ai pensieri più belli, aspetto la notte, mi porti il sogno, di tanti giorni splendidi e sereni. Volto le spalle, alle noie di esistenza che gravano nel tempo di un futuro, la mia vita non sia una penitenza, da sbattere la testa contro il muro. il tuo sorriso, scorre come l’acqua di un fiume i tuoi occhi assetati di splendore, lacrimano nelle notti buie, bagnano l’anima delle tue gioie. Voglia di ricominciare assaporare la vita e l’amore, ridere giocare, e cantare per tutta l’anima del mio cuore. Un giorno busserò alla tua porta non crederai che sono io, getterai via quella maschera, capirai tutto il mondo è vivo.
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RITROVIAMOCI
Un giorno capirai la vita non è come la vuoi tu, tante cose amerai, anche dopo la tua gioventù. Eri quella bambina tremendo il tuo sguardo, ti cercavo ogni mattina, con te giocando. Correvamo sui verdi prati con gli sguardi senza parole, Come due grandi amanti, in una tentazione d’amore. Correvamo dietro le farfalle come anime impazzite, belle splendide colorate, si posavano fra i fiori assopite. Al calar della sera fra i nostri piccoli balocchi, in una stanza stretta, unico luogo dei nostri discorsi. Chi ci ascoltava rideva su di noi, a volte qualcuno ci sgridava, dei molesti rumori. Ho messo un segna libro, sul mio diario per scrivere insieme, l’ultima parola fine, tutta colpa di un destino immaginario se il tempo non ci ha fatto unire. Ritroviamoci per sentire il sapore, della vita di allora, abbracciamoci, allo splendor di una nuova aurora.
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LAMENTO DEL FIUME
Vecchio fiume che serpeggi tra le file dei pioppi attraversi valli e monti, ogni torrente sfocia nel tuo regno, oscillano le canne al vento. Canta il fringuello risponde l’usignolo tutti gli altri cantano in coro, la farfalla cerca l’avventura, prima della notte buia. Vecchio fiume rumoreggi solitario nella notte bruna senza le stelle, neanche la luna, la pioggia fa le tue rive in piena, anche se per te, è una notte pacifica e serena. Galleggiano cose inutili nel tuo letto foglie morte volate dal vento, l’alba ti aspetta laggiù nel mare, sfocia l’acqua diventa sale.